Drinking Water Directive (DWD), la nuova direttiva europea sull’acqua potabile
La qualità e la sicurezza dell’acqua potabile sono da sempre tematiche di particolare rilevanza per la collettività, la cui importanza è in continuo aumento alla luce della crescente consapevolezza del valore della risorsa idrica e della necessità di ottimizzarne l’utilizzo.
Per questo motivo, lo scenario legislativo che regolamenta tali aspetti rappresenta uno strumento essenziale per assicurare, come da indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale, non solo il mantenimento di un adeguato livello qualitativo, ma anche un progressivo miglioramento delle caratteristiche chimico-microbiologiche dell’acqua fornita alle utenze.
Nonostante l’importanza di queste tematiche di pubblico interesse e in continua evoluzione, la norma in vigore a livello comunitario (Direttiva 98/83/CE) era ormai “vecchia” di più di vent’anni. Finalmente, però, il 15 Dicembre 2020 il Parlamento e il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo sulla revisione della precedente direttiva, la cui prima proposta di testo fu presentata nel 2018.
“Vent’anni dopo l’entrata in vigore della prima direttiva sull’acqua potabile, è giunto il momento di aggiornare e stringere la soglia per alcuni contaminanti, come il piombo. Per il Parlamento europeo, era della massima importanza che la nuova direttiva rendesse la nostra acqua potabile ancora più sicura e tenesse conto delle nuove sostanze inquinanti. Accolgo quindi con favore le disposizioni della direttiva per le microplastiche e gli interferenti endocrini come il bisfenolo A”, ha detto il relatore Christophe Hansen (PPE, LU).
Ma cos’è la DWD?
La nuova direttiva europea (Drinking Water Directive -DWD) non ha il semplice scopo di aggiornamento delle norme vigenti, ma diventerà lo standard di riferimento per la qualità dell’acqua potabile per tutti i Paesi dell’Unione Europea.
L’obiettivo primario della DWD costruire un quadro armonizzato e condiviso tra i diversi Paesi per perseguire obiettivi comuni come:
- Ridurre al minimo gli impatti dannosi dell’inquinamento sulla salute umana
- Riuscire ad arrivare ad un impatto positivo sull’ambiente, riducendo gli sprechi nell’erogazione
- Ridurre il consumo di acqua in bottiglie di plastica migliorando la qualità dell’acqua erogata dai rubinetti
I nuovi obbiettivi inseriti all’interno della nuova direttiva europea sono la risposta alla forte richiesta di oltre 1,8 milioni di cittadini che hanno firmato “Right2Water”, la prima iniziativa collettiva dei cittadini europei a sostegno del miglioramento dell’accesso all’acqua potabile.
Gli stati membri avranno a disposizione due anni per riuscire ad apportare agli ordinamenti nazionali le modifiche necessarie per allinearsi alla nuova normativa.
Quali sono le principali novità tra nuovi indicatori e limiti più stringenti
Tra le novità introdotte dalla DWD è senza dubbio di particolare rilevanza l’inserimento del monitoraggio di nuovi parametri chimici e microbiologici.
Per quanto concerne la prima categoria, molte delle “new entry” sono rappresentate dai cosiddetti inquinanti emergenti, tra cui interferenti endocrini, PFAS e microplastiche. Si amplia anche il ventaglio di indicatori microbiologici da tenere sotto controllo, con l’inclusione di enterococchi, Clostridium perfringens e colifagi somaci. L’obiettivo generale è quello di migliorare ulteriormente il livello qualitativo dell’acqua fornita agli utenti, in modo da incentivarne il consumo.
Sempre nell’ottica della crescente tutela della salute del cittadino, la nuova DWD estende il proprio campo di azione anche all’interno degli edifici, a livello dei quali prescrive il monitoraggio di piombo e di Legionella, un patogeno acquicolo della cui prevenzione Sanipur si occupa ormai da decenni (Scopri di più).
Come si evince dal rapporto annuale dell’ISS (link) la Legionella responsabile di infezioni polmonari pericolose (legionellosi), la cui incidenza sembra essere in costante aumento. Questi batteri rappresentano il primo fattore di malattia trasmessa dall’acqua nell’Unione Europea e vengono principalmente veicolati dal vapore acqueo: non solo rubinetti, docce e tutto quello che è direttamente collegato alle reti acqua calda sanitaria, ma anche idromassaggi, nebulizzatori per esterni e torri evaporative possono rappresentare una pericolosa via di diffusione di Legionella.
Fino all’introduzione della nuova direttiva il monitoraggio della Legionella era obbligatorio solo per le strutture sanitarie, hotel e uffici pubblici. Più in generale, poiché la Legionella viene classificato come agente biologico di classe 2, la valutazione del rischio ad essa associato e, di conseguenza, il relativo monitoraggio risultavano già obbligatori sui luoghi di lavoro, in virtù di quanto disposto dal D.Lgs. 81/2008 a tutela della salute dei lavoratori. L’avvento della nuova DWD estende tale livello di attenzione nei confronti di Legionella a qualsiasi edificio raggiunto dalle reti di distribuzione dell’acqua potabile.
In pieno accordo con lo spirito e gli obiettivi generali della direttiva è anche l’aumentata attenzione ai possibili sottoprodotti della disinfezione: per questa ragione sono stati introdotti tra i parametri chimici con valori limite gli acidi aloacetici, il clorito e il clorato. Questo implica che una crescente attenzione dovrà essere posta dai gestori nella scelta di sistemi di disinfezione in grado di minimizzare le conseguenze chimiche del trattamento scelto per garantire la sicurezza microbiologica.