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La soluzione corretta per la Sanificazione dell’Acqua

Quando si deve scegliere che tipo di soluzione adottare per la sanificazione delle acque bisogna tener conto di una serie di fattori. È necessario definire le esigenze specifiche della realtà su cui si intende intervenire: qual è l’entità del rischio a cui è esposta? Conosco i materiali che compongono la rete idrica? Sono stati individuati tutti gli impianti potenzialmente sensibili al problema? Esiste un piano di manutenzione aggiornato? leggendo questo articolo avrai una guida per la tua scelta corretta.
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La scelta del corretto metodo di disinfezione

Quando si deve scegliere la soluzione corretta per la sanificazione delle acque, per la corretta gestione del rischio legionellosi e per quale sistema di disinfezione optare tra i diversi attualmente disponibili sul mercato, bisogna tener conto di una serie di fattori.

È necessario innanzitutto definire le esigenze specifiche della realtà su cui si intende intervenire, eseguendo un’analisi del rischio in base alle caratteristiche della struttura: qual è l’entità del rischio a cui è esposta? Conosco i materiali che compongono la rete idrica? Sono stati individuati tutti gli impianti potenzialmente sensibili al problema? Esiste un piano di manutenzione aggiornato?

Queste sono solo alcune tra le più importanti domande che bisogna porsi per poter identificare la soluzione corretta per la sanificazione e quindi il disinfettante più adatto per garantire un adeguato livello di qualità dell’acqua e, allo stesso tempo, per preservare l’integrità e la funzionalità della propria rete idrica.

Ma cosa succede se si sceglie di adottare le misure più comuni senza aver prima eseguito una corretta analisi? In molti casi, il risultato è una risoluzione solo temporanea del problema.

Vediamo quindi insieme quali sono i 5 drivers della scelta corretta:

  1. Qual è il mio rischio?

Il rischio è definito come la probabilità che una sostanza, un oggetto o una situazione possa generare un incidente, e quindi causare un danno, in specifiche condizioni. Il rischio può essere quantificato come risultato di una semplice moltiplicazione tra probabilità e danno.

Lo scopo principale della valutazione del rischio è, appunto, identificare i fattori di rischio di un processo o di una struttura per poter definire e mettere in atto un piano di prevenzione del rischio in grado di ridurre al minimo la probabilità che il danno si materializzi.

Questa è una fase essenziale del processo di scelta: individuare e caratterizzare i fattori di rischio è il primo passo per la risoluzione del problema.

  1. Quali impianti voglio mettere in sicurezza?

Una volta che si è identificato il livello di rischio della struttura, e individuati i punti critici del proprio sistema idraulico, bisogna definire quali impianti è necessario mettere in sicurezza e valutare la strategia più idonea per raggiungere l’obiettivo.

Parlando del problema legionellosi, uno dei passaggi fondamentali nella valutazione del rischio è l’identificazione delle probabili fonti di contaminazione:

  • Torri di raffreddamento e sistemi di condizionamento
  • Acqua calda sanitaria (docce e rubinetti)
  • Acqua fredda
  • Vasche idromassaggio e whirpool
  • Fontane ornamentali
  • Nebulizzatori e sussidi/terapie respiratorie in genere
  • Acque stagnanti in periodo estivo

Tutti gli elementi sopra citati possono potenzialmente trasformarsi, per le loro caratteristiche, in un ambiente ideale per l’attecchimento e la proliferazione di batteri appartenenti al genere Legionella. Il pericolo più grande che può derivare dalla mancata messa in sicurezza di questi impianti è quello di una contaminazione massiva e diffusa, che può rappresentare un serio rischio per la salute collettiva.

Un esempio illustre di evento epidemico, causato dalla mancata messa in sicurezza degli impianti, è proprio quello che ha portato alla scoperta della Legionella pneumophila, che a questo episodio deve anche il proprio nome.

Il batterio fu isolato per la prima volta nel 1977, a seguito di una epidemia che coinvolse più di 200 partecipanti al convegno di legionari e reduci tenutosi in un hotel di Philadelphia. A provocare l’epidemia fu proprio l’assenza di una corretta gestione e manutenzione delle prese d’aria e delle torri di raffreddamento.

Questo è solo uno dei molteplici casi di epidemie provocati da una non corretta identificazione e manutenzione degli impianti a rischio.

  1. Conosco i materiali che compongono la mia rete?

Altro passaggio essenziale per la soluzione corretta per la sanificazione e la disinfezione più idonea per le esigenze identificate nel corso della valutazione del rischio è lo studio dei materiali componenti la rete idrica e dello stato di salute delle tubazioni della struttura. Conoscerne la composizione e le condizioni permette quindi di valutare correttamente la soluzione da adottare per gestire in modo efficace il rischio legionellosi senza compromettere l’integrità e funzionalità della rete idrica.

I materiali che compongono le tubature sono i più svariati e spesso possono essere presenti in differenti combinazioni all’interno di un impianto: è bene quindi prestare attenzione nella scelta del sistema di sanificazione perché molti di essi non sono compatibili con la maggior parte dei disinfettanti. Ad esempio, il biossido di cloro, molecola estremamente reattiva e quindi anche molto corrosiva, risulta sostanzialmente incompatibile con materiali plastici e metallici. Problemi analoghi si possono riscontrare in caso di impiego di clorito/ipoclorito, mentre il perossido di idrogeno è leggermente più compatibile. La monoclorammina, invece, risulta ampiamente compatibile sia con materiali plastici che con metalli. Questo è dovuto alla sua bassa reattività e al suo blando potere ossidante che le permette di essere un ottimo biocida senza però creare danni alle tubature. Grazie alla monoclorammina la corrosione non sarà più un problema.

  1. Qual è il mio obiettivo?

Avere chiaro il proprio obiettivo quando si sta definendo un piano d’azione per la scelta del corretto disinfettante è il punto focale dei 5 drivers. L’obiettivo a cui puntare dipende ovviamente anche dall’entità del danno che una situazione di pericolo può potenzialmente provocare: per questo differenti strutture devono valutare attentamente quali interventi mettere in atto e quali soluzioni adottare per garantire, a seconda delle proprie esigenze, un contenimento del problema o una soluzione efficace e definitiva.

  1. Quanto costa la prevenzione?

Non è facile rispondere a questa domanda, perché naturalmente differenti realtà e strutture presentano esigenze specifiche e di conseguenza possono richiedere azioni di entità, e quindi costi differenti, per la corretta gestione del rischio. È tuttavia possibile considerare, quale indicazione generale, il celebre detto “Prevenire è meglio che curare”: fare prevenzione risulta sicuramente meno costoso che dover correre ai ripari e trovarsi ad affrontare le conseguenze derivanti da un caso riconosciuto di legionellosi.

I problemi che possono insorgere a causa della contaminazione degli impianti non correttamente messi in sicurezza possono essere:

  • Danni personali – Una malattia, o nel peggiore dei casi addirittura il decesso di un utente della struttura o del personale che svolge la propria attività lavorativa. L’infezione da legionella può essere fatale in circa il 23% dei casi segnalati e il tasso di mortalità può arrivare fino al 30% in persone immunocompromesse.
  • Danno immagine – Oltre ai danni personali e alle relative conseguenze dirette, un caso accertato di legionellosi può rappresentare un danno considerevole per l’immagine della struttura ricettiva, nel caso di un hotel, ma anche un danno in termini di credibilità e reputazione per un’azienda privata. Chi vorrebbe finire sul giornale per un caso di Legionellosi provocato da una gestione inadeguata dei propri impianti?
  • Danno economico – Le conseguenze, ovviamente, sono anche economiche. La responsabilità di un’epidemia comporta, oltre alla necessità di mettere in atto bonifiche shock e altri interventi di emergenza, il coinvolgimento in una serie di procedure legali che hanno un prezzo decisamente importante: azioni degli enti sanitari quali ATS e ASL, intervento della magistratura, richieste di risarcimento da parte delle persone colpite e molte altre.

Conclusione

I 5 drivers per la scelta del disinfettante sono aspetti che non comportano procedure lunghe e difficili, ma che risultano fondamentali per la corretta gestione della sanificazione delle acque. Affidarsi ad un’azienda che offre questo servizio e che permette di definire un piano completamente personalizzato di prevenzione è la corretta soluzione per non dover correre ai ripari. Prevenire è meglio che curare, perché rischiare?
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