La fase 3 è la fase delle riaperture: come evitare una nuova emergenza sanitaria.
Il trattamento dell’acqua per un’adeguata prevenzione del rischio legionellosi nelle strutture ricettive durante la fase di riapertura.
Durante la fase 3 molte strutture che operano nel settore dell’accoglienza stanno finalmente riaprendo agli ospiti le proprie porte e si stanno quindi domandando come poterne garantire la sicurezza, non solo rispetto al problema SARS-CoV-2, che ha inevitabilmente monopolizzato l’attenzione di tutti negli ultimi mesi, ma anche nei confronti di un altro patogeno potenzialmente pericoloso per la salute, ovvero Legionella.
Data la rilevanza di questo aspetto, l’ISS ha dedicato a questa tematica un rapporto specifico (Rapporto ISS COVID-19 n. 21/2020), analogamente a quanto fatto a livello europeo dall’ESGLI, il sottogruppo dell’ESCMID che si occupa della prevenzione del rischio Legionellosi (leggi qui la guida integrale). Queste poche righe, che traggono spunto proprio da questi documenti e hanno lo scopo di fornire spunti utili ai responsabili della gestione di tutti gli impianti che potrebbero contribuire alla diffusione di Legionella nelle strutture turistico ricettive, per garantire un’adeguata gestione del rischio. È importante infatti considerare che la drastica riduzione delle attività, o ancor peggio il loro totale arresto, possono avere contribuito ad una proliferazione indesiderata di Legionella (così come di altri microrganismi potenzialmente dannosi) negli impianti, cosa che rende necessario pianificare e monitorare adeguatamente il loro riavvio.
L’attenzione a tale tematica è quanto mai doverosa in questo momento in cui la diffusione di un’infezione come COVID-19 che affligge il sistema respiratorio può aver aumentato la percentuale di individui potenzialmente suscettibili a contrarre infezioni da Legionella, anche queste a carico dell’apparato respiratorio. Non a caso, alcuni autori hanno evidenziato, nell’ambito dello studio di un focolaio di COVID-19, che il 20% dei pazienti presentava anche i segni di una co-infezione da Legionella pneumophila.
È importante quindi non abbassare la guardia ed essere pronti per assicurare la gestione sicura delle attività, per evitare di trovarsi a dover affrontare un altro problema sanitario.
Ma vediamo nel dettaglio come gestire correttamente due possibili scenari.
Gestione degli impianti idrici nelle strutture ricettive.
Legionella si trasmette all’uomo per inalazione di aerosol di acqua contaminata, che nel contesto delle strutture turistico-ricettive viene generato soprattutto da docce e rubinetti di impianti idrici, vasche idromassaggio, fontane, ecc. non adeguatamente mantenuti.
Un’indicazione di carattere generale è il suggerimento di verificare, preferibilmente con l’aiuto di consulenti esperti come indicato dalle Linee Guina Nazionali, se il documento di valutazione del rischio Legionellosi, necessario anche ai sensi del D. Lgs. 81/2008, risulti adatto e valido rispetto alla situazione attuale o se richieda eventuali revisioni.
Nel caso in cui l’edificio sia rimasto chiuso o poco frequentato per meno di un mese, la manutenzione richiesta non va oltre l’ordinario, in particolare se è stato possibile provvedere ad un flussaggio periodico da rubinetti e docce. Ciò dovrebbe infatti aver garantito il ricambio di acqua nell’impianto e, ove presente un sistema di disinfezione in continuo, la continua circolazione del disinfettante all’interno delle tubature. Contrastare il ristagno di acqua è una misura semplice ma essenziale per un’adeguata prevenzione del rischio legionellosi.
Nel caso in cui la struttura ricettiva sia invece rimasta chiusa per più di un mese, è possibile che temperatura dell’acqua, condizioni favorevoli alla formazione di biofilm e concentrazione di disinfettante in rete possano aver subito alterazioni significative, in grado di influenzare le condizioni igienico-sanitarie delle reti idriche. Per questo motivo, in questo caso sarà necessario ricorrere a misure straordinarie:
- Verificare la corretta circolazione dell’acqua calda in tutte le parti del sistema idrico, in modo tale che la temperatura all’interno dell’accumulo o del boiler non sia inferiore ai 60°C e che la temperatura alle utenze raggiunga valori non inferiori a 50°C.
- Allo stesso modo, verificare che l’acqua fredda non superi i 20°C dopo circa 1 minuto dal flussaggio.
- Pulire, disincrostare e, se necessario, sostituire tutti i terminali (rompigetto, tubi flessibili, soffioni doccia, ecc).
- Assicurare che i serbatoi di stoccaggio dell’acqua potabile contengano la giusta quantità di disinfettante. Un disinfettante non appropriatamente gestito, oltre a causare la proliferazione della Legionella, potrebbe alterare le caratteristiche di potabilità dell’acqua.
- Verificare che il disinfettante raggiunga tutti i punti individuati nel DVRL come punti sentinella.
- Monitorare le temperature e i livelli di biocidi per almeno 48 ore, se possibile più volte al giorno.
Oltre alle reti di distribuzione dell’acqua potabile, altri sistemi che utilizzano l’acqua possono essere fonte di contaminazione ed aumentare quindi il rischio Legionellosi. Tra queste, le vasche idromassaggio e le piscine ad uso natatorio o ricreativo. Anche per questi sistemi è quindi importante attenersi alle indicazioni generali fornite dalle Linee Guida Nazionali, prestando in particolare attenzione al mantenimento e controllo dell’adeguata concentrazione di disinfettante e al corretto valore di pH. A ciò deve aggiungersi un puntuale monitoraggio microbiologico, secondo quanto disposto dalla normativa di riferimento.
Non dimentichiamoci i campionamenti microbiologici
È fondamentale inoltre procedere ad una campagna di campionamenti microbiologici per la ricerca di Legionella a livello di punti significativi dell’impianto; la loro individuazione richiede l’intervento di personale esperto, lo stesso che dovrebbe aiutarvi nella redazione o revisione del DVRL. Sulla base dell’esito di queste indagini sarà possibile definire, se necessario, un’adeguata strategia correttiva.
Attenzione anche alle torri evaporative
Infine, laddove presenti, non bisogna dimenticarsi del rischio legionellosi associato alle torri evaporative. La loro corretta gestione è fondamentale per garantire la riduzione del rischio, come evidenziato anche dalle Linee Guida pubblicate a fine 2018 dall’ATS di Brescia, a seguito di un’importante epidemia di Legionellosi. Leggi il nostro articolo per approfondire: https://sanipur.fluidhub.it/prevenzione-torri-evaporative/
Fonte:
- Rapporto ISS COVID-19 n.21/2020 – Guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico ricettive, e altri edifici ad uso civile e industriale non utilizzati durante la pandemia COVID-19
- ESGLI Guidance for managing Legionella in building water systems during the COVID-19 pandemic
- Linee guida per la prevenzione della legionella nelle torri di raffreddamento