Capita piuttosto frequentemente di trovarsi di fronte alla convinzione che la monoclorammina venga usata esclusivamente in ambito ospedaliero o, più in generale in acqua calda sanitaria, come misura di disinfezione per il controllo della Legionella. In realtà la monoclorammina ha trovato spazio, da diversi anni, anche in altri settori di utilizzo, che vanno dal trattamento delle acque di processo, al controllo microbiologico delle torri evaporative e fino all’applicazione in campo acquedottistico. Da più di un secolo viene impiegata come disinfettante secondario per garantire la necessaria clorocopertura residua all’acqua di rete.
La notevole versatilità che la contraddistingue è frutto delle sue caratteristiche intrinseche, che le assicurano un’eccellente efficacia disinfettante nei confronti di numerosi microorganismi presenti nell’acqua e, al contempo, garantiscono che tale disinfezione sia assolutamente priva dei problemi legati alla generazione sottoprodotti tossici e di eventuali fenomeni di corrosione.
Le applicazioni acquedottistiche della monoclorammina nel mondo: un disinfettante introdotto già dai primi del 900
La monoclorammina (NH2Cl) è un disinfettante a base di cloro utilizzato per il trattamento dell’acqua potabile fin dall’inizio del Novecento. Adottata dapprima da numerosi acquedotti in Canada e negli USA (dove ad oggi garantisce la disinfezione dell’acqua fornita ad oltre il 30% della popolazione) è stata più recentemente introdotta anche in Europa.
Viene, ad esempio, utilizzata da oltre 50 anni dal gestore idrico della Comunità di Madrid, per garantire un’adeguata clorocopertura dell’acqua (proveniente sia da fonti superficiali che da fonti sotterranee) lungo i 17.600 Km di rete che si snodano nell’area di pertinenza della capitale spagnola. La sfida, in questo caso, era garantire un adeguato trattamento dell’acqua proveniente per buona parte da fonti superficiali (più difficili da trattare) e una disinfezione efficace lungo tutta la tratta: la monoclorammina è l’unico disinfettante in grado di minimizzare la formazione di sottoprodotti anche in acque di questo tipo e di rimanere nella sua forma attiva fino ai terminali, anche dopo aver percorso distanze notevoli.
La monoclorammina trova applicazione anche nel Regno Unito, dove numerosi gestori idrici, che forniscono acqua potabile al 27% della popolazione britannica, e che operano nell’area orientale dell’Inghilterra e Scottish Water, gestore idrico scozzese, hanno optato ormai da diversi anni per questo sistema di disinfezione secondaria, al fine di garantire un’adeguata qualità chimico-microbiologica dell’acqua (in molti casi difficili da trattare, in quanto di origine superficiale o addirittura di torbiera) e di assicurare un’idonea concentrazione di disinfettante residuo lungo le reti più estese.
La monoclorammina inoltre viene impiegata a livello acquedottistico quale disinfettante secondario anche nei paesi del Nord Europa: diversi gestori idrici in Norvegia, Svezia e soprattutto Finlandia (dove il 50% dell’acqua distribuita viene addizionata di monoclorammina) si affidano al dosaggio di questo disinfettante al fine di assicurare un’adeguata copertura, specialmente a livello degli impianti di trattamento di grandi dimensioni e lungo le reti di distribuzione più estese.
E per quanto riguarda il nostro Paese? Da più di vent’anni il gestore idrico della Sardegna ha adottato la monoclorammina quale disinfettante per il trattamento dell’acqua destinata al consumo umano. L’introduzione di tale strategia di disinfezioni secondaria ha consentito di trovare soluzione ai problemi legati alla qualità microbiologica e alla formazione di sottoprodotti della disinfezione, criticità particolarmente avvertite sul territorio sardo, dove oltre il 70% della risorsa idrica proviene da bacini artificiali superficiali. Per maggiori informazioni riguardo all’applicazione di monoclorammina in Sardegna è possibile consultare il paper di riferimento.
L’avvio del progetto con il gestore CAP Holding
Da qualche mese, però, la Sardegna non è più l’unica zona italiana ad affidarsi alla monoclorammina per la disinfezione dell’acqua potabile: è partito infatti il 6 luglio il progetto pilota a cui Sanipur ha preso parte in prima persona e che visto l’avvio di un sistema di produzione e dosaggio di monoclorammina presso la centrale idrica di San Colombano al Lambro. E molto importante specificare che c’è monoclorammina e poi c’è SANIKILL, l’unica monoclorammina approvata e prodotta al 100%.
Tale soluzione è stata adottata, proprio per le peculiari qualità del disinfettante descritte in precedenza, al fine di garantire un’adeguata copertura residua lungo tutta la rete di distribuzione, piuttosto estesa e complessa, e di assicurare un costante miglioramento qualitativo dell’acqua erogata, in termini sia chimici che microbiologici. I risultati preliminari fin qui raccolti sono decisamente positivi e senza dubbio incoraggianti rispetto al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
SANIKILL, la monoclorammina, è efficace anche in acqua potabile?
Grazie alla sua solida esperienza tecnico-scientifica, Sanipur ha sviluppato, una soluzione appartenente alla gamma SANIKILL appositamente concepita per rispondere alle esigenze dettate dall’applicazione della monoclorammina in acqua potabile.
I vantaggi principali che rendono SANIKILL così efficace negli acquedotti sono:
- Più sicuro: minimizzazione dei sottoprodotti derivanti dalla disinfezione e massima penetrazione del biofilm
- Più efficace: massima efficacia contro i patogeni presenti nell’acqua, preservando l’integrità delle tubazioni di qualsiasi materiale.
- Maggiore stabilità: grazie alle sue caratteristiche chimico-fisiche, la monoclorammina risulta più stabile rispetto ad altri biocidi. Questo le permette di percorre anche lunghe tratte, restando sempre attiva
- Maggiore persistenza: la monoclorammina assicura una maggiore efficacia anche ai terminali, dove le concentrazioni possono rimanere costante per tempi superiori al doppio rispetto alle soluzioni tradizionali
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